Tecniche di georeferenziazione - Reitia

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TECNICHE DI GEOREFERENZIAZIONE

Comunque sia avvenuta la scoperta di un sito archeologico sommerso il primo passo da compiere è identificare in superficie il punto del ritrovamento su una carta geografica o nautica con una precisa coppia di coordinate che ne fissino la posizione sulla superficie terrestre. Si utilizzano tecniche diverse a seconda che il sito in prossimità della costa, di un'argine di un fiume, alla sponda di un lago oppure in mare aperto. In entrambi i casi è utile riportare in superficie una boa sulla verticale del sito. Quest'ultima nel primo caso in vicinanza della costa potrà essere facilmente rilevato con una stazione integrata o con metodi più semplici ( intersezione, allineamento, cerchio capace ).
In mare aperto il punto nave è oggigiorno comunemente ottunuto con l'utilizzo di un apparecchio GPS (Global Positioning System) apparecchi il cui vero limite è dato dall'impossibilità all'utilizzo subacqueo. I moderni GPS, sostituiti i precedenti sistemi satelliari come il LORAN, attualemente sono in grado con un complesso gioco di triangolazione fra più satelliti geostazionari di calcolare la posizione con un elevato grado di precisione. Tale precisione può essere aumentata a circa 2 metri con il ricorso a sistemi di correzione come il EGNOS ( European Geographic Navigation Overlay System ) di cui i moderni apparecchi sono dotati. Il GPS infine può essere utilizzato sott'acqua con il ricorso a contenitori stagni e antenne in superficie nel caso di profondità operative non eccessive.

 
 
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