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Documentare sott'acqua

Ricerca e Documentazione

DOCUMENTARE SOTT'ACQUA

I fondali del Mare Mediterraneo conservano le testimonianze delle migliaia di navi che nel corso dei secoli si sono perdute nelle sue acque. Fin dall’antichità infatti le vie di mare hanno visto un crescente traffico marittimo, in campo mercantile e militare, consentendo comunicazioni e trasporti più veloci nell’intero bacino del Mediterraneo, superando distanze e confini e permettendo l’instaurarsi di relazioni di natura economica, sociale e politica fra le diverse genti di tre continenti. La rinata consapevolezza della ricchezza di beni di interesse storico e archeologico situati in fondo al mare, unitamente alla diffusione della pratica subacquea e alle nuove possibilità tecnologiche che ampliano i limiti operativi a profondità fino a ieri impensabili, hanno reso di grande attualità il problema della tutela e conservazione del patrimonio sommerso.Oggigiorno è necessario collaborare con le Istituzioni, segnalando correttamente ogni area di possibile interesse storico e archeologico evitando ogni possibile manomissione o intervento che pregiudichi l’integrità del sito sommerso. In questi casi non basta generalmente una buona dose di buona volontà e di buone intenzioni. Nel campo dell’archeologia subacquea non si improvvisa e ogni operazione deve essere guidata dalla conoscenza delle linee guida e dei principi operativi in questo particolare campo dell’archeologia. La nuova tendenza dell’archeologia subacquea moderna privilegia infatti la conoscenza in situ del bene sommerso al suo recupero in superficie. In quest’ottica la tutela e salvaguardia dipendono strettamente dalla conoscenza della natura e delle caratteristiche del bene da tutelare. Conoscere la tipologia dei principali manufatti in relazione all’area geografica indagata e al periodo storico di riferimento, in funzione delle possibili alterazioni determinate dalla giacitura su particolari fondali, ad esempio da processi di concrezionamento sul fondale marino. Conoscere infine l’ambiente marino in cui si ritrovano i manufatti, per meglio comprendere gli eventi che ne hanno determinato la formazione. Oltre a comprendere la natura dei principali manufatti è importante la conoscenza della comune terminologia scientifica per poter correttamente descrivere i reperti rinvenuti. Uno dei primi passi più importanti nel campo dell’archeologia subacquea, che deve precedere e accompagnare ogni successivo intervento, che è spesso per la natura del sito un atto non ripetibile, è costituito dalle attività di documentazione. Tali attività devono costituire un vero e proprio atto scientifico e come tale devono essere realizzate con una corretta metodologia e strumenti adeguati secondo protocolli universalmente riconosciuti. Una corretta documentazione scientifica infine consente alle Istituzioni preposte di aggiornare la mappa dei siti archeologici sommersi, soprattutto in termini di tipo di giacimento, natura dei manufatti e stato di conservazione, di valutarne la condizione e il rischio archeologico, predisponendo di volta in volte le dovute operazioni di tutela, conservazione o se il caso lo richiede di recupero di superficie.


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