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Fiumi fossili del Sahara

Archeologia dei fiumi e corsi d'acqua

FIUMI FOSSILI DEL SAHARA

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Un aspetto particolare ed inedito dell'archeologia fluviale è rappresentato dallo studio degli antichi corsi d'acqua spariti nel tempo con le civiltà che li popolavano. Uno dei casi più affascinanti trova le sue radici nel Nord Africa, culla delle antiche civiltà del Sahara e progenitrice di future genti del Mediterraneo. Il Sahara nigerino delimitato a nord dal massiccio montuoso dell'Air e centinaia di km più a nord dal massiccio dell'Adrar e ancora dal Tassili-n-Ajjer, è considerata una delle zone più aride del pianeta. A ricordo di una ricca vegetazione popolata da animali e genti dell'Africa dei primordi, rimangono ora tracce di fiumi fossili, perenni e tumiltuosi un tempo ora paleo-alvei inariditi e assolati. Il fiume fossile dell'Azaouak nato dalle rocce nere dell'Air che alimentava un lago ora scomparso e il più importante Tafassaset, che dal massiccio dell'Adrar attraversato l'attuale deserto del Tenerè, raccogliendo decine di affluenti, dopo oltre mille chilometri, sfociava e alimentava l'antico lago Ciad. Lungo il corso del fiume fossile Tafassaset, a cui si riferiscono le immagini, residuano, fra dispersi tumuli funerari pre-islamici, antiche tracce di un'intensa vita umana e animale. Fra ammassi rocciosi e ampie piane di sabbia numerosi reperti litici , utensili testimoni di attività di caccia o legate all'agricoltura. Sulle rocce incisure rupestri a testimoniare scene di caccia o guerra, ricche di animali ora scomparsi. A nord del Tafassaset verso la Libia, in pieno deserto del Tenerè che in linguaggio saharianio significa "il nulla", l'altopiano di Djado con le città fortificate di Djado e Djabba ricordo delle antiche carovaniere che scendevano dal Libico Fezzan verso il Sudan. In questa regione, a testimoninanza delle antiche genti della pietra è presente una pinacoteca a cielo aperto. Le incisure rupestri di Djado, Orida, a cui si riferiscono le immagini, con incisioni di elefanti, rinoceronti e animali vari tipici della savana a descrivere con realismo scene di caccia e di vita quotidiana, spesso dal significato simbolico e propiziatorio, di oltre 6000 anni fa.

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