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Relitti di Dubrovnik

Archeologia marittima

Progetto Unesco Italo-Croato

di Carlo Beltrame e Irena Radic Rossi

Nel mese di ottobre si è svolta la prima fase del progetto Unesco Educational programme in nautical archaeology and history of navigation: XVI-XVII century. Il progetto, che vede coinvolte le Università di Zara e Ca’ Foscari di Venezia, prevede l’organizzazione di sopralluoghi su relitti di età moderna della Croazia, di un convegno sull’importanza scientifica e sulla necessità e le problematiche della conservazione dei relitti storici da tenersi a Dubrovnik e di un corso intensivo per studenti di archeologia marittima da tenersi a Zara. Un’equipe composta da tecnici e studenti italo-croati (tra cui Duilio Della Libera di Reitia Onlus e Mate Parica dell’Università di Zara), diretta da Irena Radic e Carlo Beltrame, ha eseguito dei sopralluoghi ed una prima documentazione video e fotografica dei relitti di Šipan, Koloèep e Drevine. Questi relitti, come altri relitti di età moderna dei fondali croati (ad esempio l’eccezionale relitto di nave veneziana di Gnaliæ) sono stati parzialmente scavati negli anni ’60 e ’70 per essere poi dimenticati.

Nelle intenzioni del progetto, che si appoggia peraltro su un’importante accordo di cooperazione firmato dalle tre istituzioni, vi è il completamento delle indagini subacquee e lo studio dei relitti nonché la protezione di ciò che si intende lasciare sul fondale contro i fenomeni di degrado naturali e antropici.
Il relitto di Šipan appartiene ad una nave ragusea identificata grazie alle fonti storiche e naufragata nel 1576, su un fondale di m 32 ai piedi di uno scoglio dell’isola omonima. Il relitto è stato scavato nei primi anni settanta e parzialmente pubblicato. Dal giacimento provengono numerosi oggetti e elementi dell’artiglieria composta da petriere in bronzo e bombarde in ferro.
Il
relitto di Koloèep giace su un fondale di m 22 a nord dell’isola omonima. E' stato scoperto da un sommozzatore locale che, dopo aver recuperato dal sito numeroso materiale, ha deciso di collaborare con le autorità e ha permesso la documentazione della sua collezione.

Si tratta di decine di forme di vetro, forse di Murano, di ceramica, di oggetti in metallo, di una petriera in bronzo e di alcuni cannoni in ferro databili ai primi del XVII secolo. I cannoni in ferro giacciono ancora in situ al centro di un giacimento che presenta centinaia di lastre di vetro perfettamente accatastate, metallo in lega di rame semilavorato, delle vanghe e varie forme di oggetti in vetro e di ceramica.
Il
relitto di Drevine, scavato alla fine degli anni sessanta ma praticamente inedito, giace a m 27 di profondità non lontano dall’isola di Kolocep. Del relitto si conserva ancora una porzione dello scafo coperto da pietre di zavorra. Dal sito sono stati recuperati alcuni cannoni, 47 casse in legno contenenti vari oggetti tra cui coltelli avvolti in pagine di libri, sonagli ed altri materiali solo parzialmente esposti nel museo di Dubrovnik. Dei gettoni da calcolo hanno permesso di datare il naufragio tra fine ‘600 e inizi ‘700. Tutti e tre i relitti distano poche miglia dalla città di Dubrovnik.

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